Museo sugli usi e costumi della donna del secolo scorso
L’Amministrazione comunale di Lasino, in concerto con l’Associazione Culturale Retrospettive, assieme ad altre realtà, da ricercare, nel settore del volontariato, sono fortemente intenzionate alla realizzazione di un museo, corredato di area espositiva, che avrà come obiettivo principale lo studio della figura femminile della prima metà del secolo scorso. Attraverso la ricerca degli usi, costumi e tradizioni, si ricostruirà uno spaccato della vita domestica, individuando una multiforme tipologia di mestieri e attività legate al mondo agricolo-contadino, cui le nostre donne erano destinate. Il progetto potrà inoltre documentare le tematiche femminili seguendo un percorso temporale, individuando diversi ambiti che scandivano la vita sociale e privata di qualsiasi donna, ovvero, dalla nascita ai doveri e obblighi della bambina, all’età scolare, dal fidanzamento allo sposalizio, ecc…
Si potrà quindi analizzare i vari lavori domestici, di campagna e agricoli, es: la lesiva – lavare i panni alla roggia – far calzoti – l’allevamento dei bachi da seta – brustolar ‘l cafè ecc…, non tralasciando, anche, l’aspetto che riguarda i rari momenti di svago o ancora esplorare la loro femminilità, che potrà essere approfondita attraverso la ricostruzione del loro modo di vestire, delle loro acconciature e del loro modo di agghindarsi.
Per la raccolta del materiale e la descrizione delle varie tematiche verranno predisposte innanzitutto ricerche bibliografiche nonché interviste filmate e testimonianze, da recuperare direttamente dalle donne locali, le stesse che hanno vissuto e sperimentato la vita de sti ani.
Il progetto presuppone diverse finalità; innanzitutto conservazione e fruizione, da parte dei visitatori, degli oggetti, manufatti, attrezzi esposti; inoltre provvedere ad un servizio educativo e didattico diretto alle scolaresche, ma soprattutto sarà lo strumento più indicato, per trasmettere e consegnare alle nuove generazioni, parte del patrimonio culturale su cui si fondano le nostre origini.
Questa eredità culturale,infatti, corre il pericolo di essere dimenticata. La veloce evoluzione che si è verificata in questi ultimi cinquant’anni ha radicalmente cambiato il nostro modo e stile di vita, producendo, ovviamente, un totale distacco dalle vecchie usanze, originando tal volta una vera repulsione di tutto ciò che proviene dal recente passato.
Abbiamo dimenticato velocemente lo stato di povertà e indigenza delle passate generazioni, così pure, la condizione femminile che da sempre è stata precaria, legata com’era ad una posizione di inferiorità e quindi poco considerata. Questa potrebbe essere, ad un primo esame, la valutazione più rilevante, ma se l’analisi si fa più attenta, è possibile comprendere quanta e quale importanza rivestiva, anche a quei tempi, “questa donna priva di diritti”, nella famiglia e nella società. Più delle volte ricopriva un QQQGDruolo decisivo nella ristretta economia rurale. A lei erano affidate numerose mansioni. Oltre al compito principale di occuparsi delle faccende domestiche e prendersi cura della numerosa figliolanza, doveva dedicarsi anche ai lavori agricoli e talvolta perfino al sostentamento materiale della famiglia, quando veniva a mancare l’uomo di casa, causa condizioni di vedovanza, guerra o emigrazione dello stesso.
Il progetto museale, oltre al recupero e alla valorizzazione dell’oggettistica, della documentazione e delle testimonianze audio visive, che formeranno la base per la raccolta delle memorie sul territorio, potrà incentivare anche momenti di condivisione e di confronto generazionali. L’una sarà portatrice delle vecchie usanze e tradizioni, l’altra, la nuova, avrà il compito di comprendere di conservarle ma soprattutto di fortificare quel sentimento di appartenenza alla propria comunità.
Per quanto riguarda la raccolta del materiale necessario all’allestimento dell’erigendo museo.( manufatti, attrezzi, documenti ), sarà coinvolta tutta la popolazione. Si auspica una fattiva collaborazione favorendo un partecipato momento di coesione. Tutti gli oggetti saranno custoditi, catalogati e riporteranno il nome del donatore.
Coordinatrice del progetto per Retrospettive: Tiziana Chemotti
Il progetto ha ottenuto il finanziamento da parte della Fondazione CARITRO.